In letteratura sono presenti molte definizioni. Ad esempio, il gruppo di lavoro sulla QdV dell’OMS l’ha definita nel 1995 come: «La percezione dell’individuo della propria posizione nella vita nel contesto dei sistemi culturali e dei valori di riferimento nei quali è inserito e in relazione ai propri obiettivi, aspettative, standard e interessi» (WHOQOL, The World healt organization quality of life assessment, 1995).

Le persone con disabilità hanno diritto ad avere una vita indipendente e per “vita indipendente” si intende una serie di misure che hanno lo scopo di favorire un’autonomia nella quotidianità delle persone con disabilità.


L’omonimo progetto viene introdotto dall’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità in cui gli Stati si impegnano di riconoscere inclusione, piena e partecipe, nella società a tutte le persone con disabilità.
Nell’ordinamento italiano, invece, il progetto “Vita Indipendente” è stato inserito dalla Legge 162 del 1998 il quale, nel corso degli anni, ha attribuito anche ai Comuni del Paese la possibilità di poter proporre e sostenere invertenti inerenti e contribuire, così, ad una continua attività di inclusione sociale garantendo, a tutte le persone con disabilità, autodeterminazione e la possibilità di poter trascorrere la propria vita in maniera dignitosa.

Il “Progetto di Vita” per le persone con disabilità

Le persone con disabilità sono sono soggetti attivi della società, in grado di poter decidere sulla propria esistenza. Il “Progetto di Vita” nasce proprio da questo principio. Esso è il documento che individua i servizi, supporti e sostegni in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.
L’obiettivo, infatti, è quello di permettere il raggiungimento dell' inclusione sociale e del miglioramento dell’autonomia per creare un percorso coordinato, integrato e continuativo capace di mettere al centro la persona con disabilità e la sua famiglia.
Il Progetto di Vita, dunque, ha il fine di congiungere, tutti i servizi offerti dai sistemi sanitario e sociale, previdenziale e scolastico, lavorativo e socio-relazionale, che confluiscono in programmi individualizzati e personalizzati che possano sviluppare le potenzialità, la partecipazione e garantire pari opportunità alle persone aventi disabilità.

L’attivazione dei progetti di vita sono disciplinati dall’art. 14 della Legge 328/2000 ma, anche il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001, all’art. 2, riprende la necessità di programmare le prestazioni sociosanitarie e le azioni di protezione sociale sulla base di progetti personalizzati redatti in base a valutazioni multidimensionali. La persona, in questo modo, non è considerata più solo l’oggetto del sistema di prestazioni e risposte, ma diventa anche soggetto attivo che collabora, partecipa e sceglie il suo percorso di vita, anche quando la sua fragilità fisica o comportamentale non la facilita.

Sportello informativo di Progetti di Vita a Salerno

A Salerno è presente lo sportello informativo in materia di Progetti di Vita, Dopo di Noi e Vita Indipendente, presso l'ufficio delle Politiche Sociali del Comune, posto in essere da AVIC (Agenzia Vita Indipendente Campania) che si propone come servizio per facilitare l’accesso alle informazioni e di orientare le famiglie rispetto a percorsi progettuali condivisi. L’obiettivo, non è solo quello di garantire una consulenza alla pari, ma anche di offrire una possibilità di confronto e di assistenza di orientamento per l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità tramite anche la redazione e attivazione dei progetti di vita individualizzati disciplinati dall’art. 14, legge 328/2000.

Lo sportello informativo di AVIC, infatti, rappresenta un vero e proprio luogo in cui si ha l’opportunità di ottenere risposte concretealle esigenze delle persone con disabilità e le loro famiglie grazie all’ausilio e alla professionalità di operatori specializzati e funzionari comunali che provvedono all’attivazione dei progetti di vita individualizzati e personalizzati.

«Tutto ciò costituisce un ulteriore aiuto alle famiglie e alle persone con disabilità nella guida, nell’orientamento ai servizi e all’eventuale reperimento delle risorse grazie all’indispensabile sinergia e collaborazione tra le istituzioni e le Associazioni». Asserisce il Coordinatore Regionale Anffas Campania, Salvatore Parisi.

L'autismo rientra nella classificazione dei “disturbi pervasivi dello sviluppo”; non è classificato come una malattia, ma è una sindrome che comprende un insieme di disturbi. Esso, infatti, è un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale, per tale motivo viene utilizzata la definizione di Disturbi dello Spettro Autistico . Questi ultimi, sono un insieme relativamente eterogeneo di disturbi dell’età evolutiva, caratterizzati da una compromissione delle capacità comunicative e da difficoltà di interazione sociale che inficia anche nell’elaborare correttamente le informazioni provenienti dal mondo esterno.

Anffas, fin dalla sua nascita, ha sempre provveduto alla tutela dei diritti delle persone con disabilità per garantire percorsi capaci di offrire una vita dignitosa. È sempre necessario, infatti, fornire maggiori servizi idonei per garantire una migliore qualità di vita.
L’inclusione sociale, non è un gioco ma un diritto: non è importante soltanto aiutare le persone con disabilità intellettive ad essere incluse alla società, ma è fondamentale anche far in modo che il mondo si adatti alle loro esigenze e li renda totalmente autonomi ed indipendenti.

L’inclusione sociale è un diritto: non è importante soltanto aiutare le persone con disabilità intellettive ad adeguarsi alla società, ma è fondamentale anche far in modo che il mondo si adatti alle loro esigenze e li renda totalmente autonomi ed indipendenti. Solo così le attività di tutti i giorni potranno essere svolte senza il supporto costante di familiari o di operatori esterni.

Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo

Istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (World Autism Awareness Day, WAAD) si celebra ogni 2 aprile con lo scopo di richiamare l’attenzione di tutta la popolazione sui diritti delle persone nello spettro autistico.
L’obiettivo, infatti, è quello di fare luce sull’autismo, incoraggiando così tutti gli Stati a intraprendere misure in grado di aumentare la consapevolezza sociale dell’autismo e favorire la diagnosi e l’intervento precoce.

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, in Italia un bambino su 77 è autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine.
Risulta importante, quindi, ricordare la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali che migliorino servizi e risorse a supporto delle famiglie.

Personaggi e artisti celebri con disturbi dello spettro autistico

Tanti sono i personaggi famosi ai cui hanno diagnosticato un disturbo dello spettro autistico:
Dan Aykroyd, famoso in tutto il pianeta grazie alla sua indimenticabile interpretazione del film “Blues Brothers”; il regista splatter Tim Burton; Lewis Carroll, l’autore di “Alice in Wonderland”; il più famoso naturalista, geologo e biologo di tutti i tempi, Charles Darwin; lo scienziato e matematico Albert Einstein; Bill Gates, il Co-fondatore di Microsoft Corporation; Steve Jobs, ex CEO di Apple; l’artista Andy Warhol. Ed ancora: il vincitore premio Oscar, Anthony Hopkins; la cantante Susan Boyle; il celeberrimo compositore Wolfgang Amadeus Mozart; Satoshi Tajiri, creatore dei Pokémon di Nintendo.

L’attività sportiva è la manifestazione del bisogno innato che il corpo ha di esprimersi poiché il movimento è una delle esigenze primarie dell’uomo. Lo sport, infatti, consente all’individuo di migliorare le qualità fisiche, di potenziare gli aspetti cognitivi e psichici e di sviluppare competenze socio-relazionali molto preziose, specialmente se si tratta di persone con disabilità.

Non è un caso che sia un vero e proprio diritto sancito dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità che, all’articolo n.30, parla di partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport e che “al fine di consentire alle persone con disabilità di partecipare su base disuguaglianza con gli altri alle attività ricreative, agli svaghi e allo sport, gli Stati Parti adottano misure adeguate a incoraggiare e promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con disabilità alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli, garantire che le persone con disabilità abbiano la possibilità di organizzare, sviluppare e partecipare ad attività sportive e ricreative e garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a luoghi che ospitano attività sportive, ricreative e turistiche”.

Lo sport è indubbiamente uno dei fattori trainanti della vita delle persone con disabilità, poiché non solo rappresenta uno strumento di recupero e benessere psicofisico, ma è anche un efficace strumento di inclusione sociale che permette altresì di soddisfare in modo produttivo alcuni bisogni legati all’esperienza di gioco, movimento, agonismo e vita di gruppo.

“Turismo accessibile” significa dare una risposta concreta alla necessità di rendere più inclusiva l'esperienza turistica per le persone con disabilità o esigenze specifiche.
Non è un caso, infatti, che l’accessibilità sia un concetto che tende ad ottenere una parità di diritti e di doveri, un’uguaglianza che consente la partecipazione dell’individuo alla vita sociale. Assicurare l’accessibilità della ricettività, significa creare un vero e proprio collegamento tra i vari servizi in modo da renderli realmente utilizzabili, senza discontinuità, offrendo alle persone con disabilità e alle loro famiglie un ampio grado di autonomia nella fruizione turistica.

I benefici fisici e psichici dell’attività sportiva per le persone con disabilità

È inconfutabile che la pratica sportiva sia d’ausilio alle persone con disabilità a sviluppare maggiore equilibrio e potenziamento del tessuto muscolare. Attraverso il movimento, infatti, le persone con disabilità migliorano la loro resistenza, la loro velocità e forza. Un atleta con disabilità intellettiva, quindi, vedrà incrementare le proprie abilità di organizzazione spazio-temporali e raggiungerà un ottimo livello di autonomia motoria volontaria.

Non solo i benefici fisici, ma anche quelli psicologici hanno un impatto più che positivo nella vita delle persone con e senza disabilità. Lo sport, infatti, offre maggiore sicurezza verso le proprie capacità e contribuisce nella sperimentazione dei propri limiti e nella conoscenza di sé. La pratica sportiva favorisce la stimolazione dell’intelletto e della creatività allenando la memoria e prevenendo il suo invecchiamento.

Inoltre, lo sport promuove importanti processi di inclusione e di coesione dell’individuo con disabilità nella società favorendo la comunicazione interpersonale, la cooperazione, il rispetto delle norme, la solidarietà, la correttezza, la giustizia, l’incremento della motivazione.

Giochi olimpici per le persone con disabilità: cosa sono le Paralimpiadi

Le Paralimpiadi sono l'equivalente dei giochi Olimpici per atleti con disabilità fisiche. Pensate come Olimpiadi parallele, ebbero inizio nel 1948 quando la direzione del Centro delle lesioni spinali dell’ospedale di Stoke Mandeville, dove venivano ricoverati i soldati e i piloti inglesi gravemente feriti, fu affidata al neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, che capì subito l’importanza dello sport riabilitativo nei suoi pazienti.
Fu, però, nel 1960 che ebbe luogo la prima edizione dei giochi paralimpici che andarono di scena nella capitale italiana dove circa 209 atleti, provenienti da 17 Paesi, sfilarono davanti a 5000 spettatori e si sfidarono in 8 discipline sportive: atletica leggera, biliardo, nuoto, pallacanestro in carrozzina, scherma in carrozzina, tennistavolo, tiro con l’arco e tiro del dardo.

Dopo la pausa nel 2020, le Paralimpiadi torneranno quest’anno, dal 24 agosto al 5 settembre, con ben 22 discipline in programma. La kermesse si svolgerà nella capitale giapponese, Tokyo, ed andrà di scena nel nuovo Stadio Nazionale, meglio conosciuto come Stadio Olimpico, che rappresenterà il vero e proprio fulcro dell'evento con le gare di Atletica e le cerimonie di apertura e chiusura.

Il turismo è un diritto di tutti e per le persone con disabilità, in quanto cittadini con pari opportunità come chiunque altro, rappresenta un fondamentale momento di inclusione sociale. Un mix di servizi e strutture, quindi, che nell'ottica della piena accessibilità, si propongono ad accogliere persone con disabilità ed esigenze specifiche attraverso la personalizzazione massima dell'offerta turistica. In questo modo, infatti, le persone con disabilità possano avere la possibilità di viaggiare, alloggiare e prendere parte ad eventi in piena autonomia, sicurezza e comfort, senza incontrare problematiche o difficoltà.

“Turismo accessibile” significa dare una risposta concreta alla necessità di rendere più inclusiva l'esperienza turistica per le persone con disabilità o esigenze specifiche.
Non è un caso, infatti, che l’accessibilità sia un concetto che tende ad ottenere una parità di diritti e di doveri, un’uguaglianza che consente la partecipazione dell’individuo alla vita sociale. Assicurare l’accessibilità della ricettività, significa creare un vero e proprio collegamento tra i vari servizi in modo da renderli realmente utilizzabili, senza discontinuità, offrendo alle persone con disabilità e alle loro famiglie un ampio grado di autonomia nella fruizione turistica.

Convenzione ONU e accessibilità

La Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità è il primo trattato internazionale sui diritti umani, a carattere giuridicamente vincolante e di portata globale, che pone l’accessibilità dell’ambiente costruito e dei servizi al centro delle politiche per l’inclusione reputandolo un prerequisito per godere di diritti fondamentali. L’obiettivo, infatti, è quello della progettazione di spazi interni ed esterni finalizzata a un’accessibilità e a una fruibilità da parte di tutti capace di valorizzare le specificità di ognuno affermando l’inclusione sociale, ovvero «considerare sin dall’origine la diversità sociale delle persone».

Nello specifico la Convenzione ONU tratta, con l’intero articolo 9, il tema dell’accessibilità. Esso, infatti, impone agli Stati che hanno aderito al trattato, di prendere misure appropriate per assicurare l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico, sia nelle aree urbane che nelle aree rurali.

Turismo accessibile al Sunrise Resort in provincia di Salerno

Promuovere il turismo accessibile, ovvero un servizio innovativo volto all’aspetto turistico, è uno degli obiettivi e dei servizi posti in essere dal Sunrise Resort (località Spineta di Battipaglia). La struttura ricettiva infatti, mira ad agevolare e rendere possibile l’esperienza turistica grazie ad una certosina attenzione dei bisogni individuali delle persone con disabilità intellettiva, e non solo, così da permettere una vacanza sicura e piacevole assicurando l'accessibilità della struttura alberghiera, della ristorazione e del tempo libero.

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Da oltre 60 anni ANFFAS rappresenta una delle maggiori associazioni a tutela delle persone con disabilità ed è presente capillarmente su tutto il territorio nazionale e precisamente in 17 regioni ed oltre 80 province, attraverso le proprie strutture territoriali (165 Associazioni locali socie, 16 Organismi regionali, 50 Enti a marchio Anffas Onlus)

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